L’allenatore dell’Olbia apre l’intervista esprimendo il suo piacere nell’incontrare finalmente la stampa e i tifosi, sottolineando come, a causa del lavoro intenso delle ultime settimane, non ci sia stata ancora l’opportunità di conoscersi adeguatamente. Il suo obiettivo principale è stato quello di recuperare il terreno perso rispetto ad altre squadre, che hanno iniziato la preparazione prima, lavorando incessantemente per costruire una squadra competitiva. Sottolinea come la formazione del team sia stata una priorità assoluta, al punto da sacrificare ore di sonno per poter valutare attentamente ogni giocatore.
Un altro tema importante toccato dall’allenatore è la recente scomparsa di un tifoso dell’Olbia, un evento che ha colpito profondamente la comunità. L’allenatore ha voluto inviare un caloroso abbraccio alla famiglia del tifoso e a tutta la comunità olbiese, dimostrando empatia e rispetto per il legame tra la squadra e i suoi sostenitori.
La difficoltà più grande è stata quella di essere partiti un po’ più in ritardo rispetto alle altre… il mio pensiero principale è stato quello di essere più veloci insieme allo staff, insieme alla società e essere precisi e perfetti.
Parlando delle sfide affrontate, l’allenatore ammette che il ritardo nell’inizio della preparazione ha rappresentato la difficoltà maggiore, ma si dice fiducioso nelle capacità dello staff e nella qualità del lavoro svolto. È determinato a costruire una squadra che non solo sia competitiva sul campo, ma che possa anche far sentire orgogliosi i tifosi per l’impegno e il cuore che i giocatori metteranno in ogni partita.
A livello personale, l’allenatore rivela di aver accettato la sfida di guidare l’Olbia nonostante inizialmente non avesse intenzione di allenare in Serie D, una categoria che conosce bene avendola già affrontata in passato. La scelta di accettare l’incarico è stata influenzata dalla professionalità dimostrata dal club nelle prime fasi di contatto e dalla fiducia che la dirigenza ha riposto in lui.
L’allenatore esprime inoltre la sua ammirazione per Claudio Ranieri, un allenatore romano che ha scritto la storia del calcio sardo, e dichiara il suo desiderio di fare altrettanto per Olbia e la Gallura. Tuttavia, è cauto nel fissare obiettivi specifici, preferendo concentrarsi sul rendere la squadra competitiva e valutare le sue potenzialità man mano che la stagione avanza.
L’ambizione è naturale trasmettere all’esterno, ai nostri tifosi, alla nostra città… una squadra che ha voglia di lottare, una squadra che ha voglia di giocare, una squadra che ha voglia di far di tutto per raggiungere il risultato.
Nella parte finale dell’intervista, l’allenatore parla dei prossimi passi nella costruzione della squadra, menzionando l’arrivo di nuovi giocatori, inclusi giovani di grande prospettiva, e la necessità di integrare ulteriori elementi per completare la rosa. Sottolinea l’importanza di avere giocatori versatili, capaci di coprire più ruoli in campo, e di creare un gruppo unito e determinato. Rivela anche il lavoro svolto dietro le quinte, spesso durante le ore notturne, per valutare e selezionare accuratamente i nuovi innesti.
Infine, l’allenatore si sofferma sulla partita di Coppa Italia imminente contro il Maddalena, una sfida che si preannuncia difficile, ma che la squadra affronterà con determinazione, mettendo in pratica tutto ciò che è stato preparato negli allenamenti. Conclude ribadendo la sua ambizione di trasmettere una mentalità vincente alla squadra e l’orgoglio di lavorare per una città e una regione che conosce e apprezza profondamente.